Bloccatissimi

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Vuoi vedere che....

lunedì 15 ottobre 2012

Quanti follower hai?

Qualche giorno fa la TL di molti si è animata per il recente acquisto di Follower da parte di @Roby0362marini.
Il mio compito oggi è di trasmettervi la mail che lui mi ha inviato e chiesto di pubblicare. Non intendo difenderlo ne accusarlo, semplicemente non credo che in merito ad un evento del genere sia necessario prendere una posizione.
Io sono su Twitter per puro divertimento, sia per regalarlo che per riceverlo, (che poi in fondo è come affronto la vita) non amo entrare in competizione, e sicuramente non per il numero dei follower, le mie energie amo incanalarle su tematiche più rilevanti.
La bellezza di Twitter sta tutta qui, nella libertà di viverlo come si desidera, di scegliere chi seguire, o smettere di seguire, esercitando il proprio diritto a creare una micro comunità nella comunità e nella consapevolezza che l’animo umano, di cui questo strumento è lo specchio, è multiforme, con i suoi picchi di correttezza morale, i suoi errori, le sue mediocrità. E con la certezza che imparare ad accettare il prossimo con le proprie difficoltà e le proprie imprecisioni, è un po' imparare ad accettare se stessi.

A seguire il testo integrale di @roby0632marini con il suo personale commento:

“Due settimane fa ho deciso di comprare dei follower.
Ieri sera ho detto a tutti in TL che lo avevo fatto.
Quando ho cominciato avevo 1000 follower, quando ho finito 28.000, e' evidente che non volevo farlo di nascosto (cosa che peraltro volendo si può fare). Questo per chiarire la mia buona fede.
Qualcuno si e' sentito offeso del mio comportamento e per questo ritengo di dover spiegare le mie scelte. Il rispetto delle persone, anche conosciute virtualmente, e' uno dei valori in cui piu credo ed ovviamente mi spiace di avere offeso delle persone.
Perchè l'ho fatto?
In primo luogo per curiosità. Volevo sapere come funziona, quanto costa e cosa succede quando uno lo fa.
Ricordo a tutti che io tutto con i miei veri nome e cognome e su questo "esperimento" ci ho messo la mia faccia e il mio nome.
Non ho molto di più a questo mondo.
Condivido i risultati.
Tanto se cercate su Google "buy followers twitter" trovate, oltre ai venditori, tantissimi, un interessante e recente articolo del NYT sull'argomento. Consiglio a tutti di leggerlo.
Il prezzo e' tra 5 ctm e 1 ctm per follower, a seconda di quanti se ne comprano. Ad oggi l'acquisto più grande censito e' di 1,5 mill. Followers. Per meno di 5.000 e' difficile trovare venditori.
Questo per i quattrini. Io ho comprato 7000 foll per 100 USD (70€ circa). Me ne sono arrivati, come si vede, molti di più e non so bene perche.
Cosa succede quando crescono i follower.
Aumenta l'interesse verso di te: RT decuplicati, nuovi follower veri, molte interazioni.
Cosa succede quando si dice la verità.
I defollow arrivano soprattutto dalle twitstars che forse si sentono indirettamente colpite da un gioco che smitizza fortemente il valore del numero followers.
Tanti piccoli twitters mi hanno iniziato a seguire, qualcuno mi chiama guru.
Un terzo del totale se ne frega completamente. Reazione che credo la più sana.
Ci sono anche altri motivi per questo esperimento che - ripeto - ho fatto sulla mia pelle e con la mia faccia e senza offendere nessuno.
Io lavoro nel marketing e da molti clienti vengo richiesto di capire come funzionano i cosiddetti new media. Pochi ne sanno davvero e se questo gioco mi aiuterà a mantenere la mia famiglia, solo per questo ne sarà valsa la pena.
Poi mi interessano le dinamiche sociali anche se in questo sono un dilettante.
Twitter e' una comunità sociale come tutte, ha le sue regole per lo più non scritte e trasgredirle implica l'esclusione dalla comunità. Talvolta la creazione di sotto-comunita'.
Ma questo discorso sarebbe troppo lungo.
Alla fine della fiera:
Io credo che su twitter ciascuno vale per quello che scrive,per la qualita, la sicerita, il cuore, l'intelletto, la vita che stanno sempre dietro un tweet.
Twitter non è un'olimpiade dove qualcuno vince qualcosa. I follower, i RT, i FF, valgono quello che valgono.
Io seguo da quando sono entrato in TW tra 800 e 1200 persone. Ogni tanto faccio refresh, chi entra, chi esce, etc.
A me TW serve per ascoltare soprattutto.
Ciascuno di noi ha qualcosa di interessante da comunicare, un'emozione, un dolore,una gioia, una buona cena, un pensiero, un'idea.
Tutto vale.
Comunicare non e' però solo esprimere se stessi ma anche interagire.
Molti contatti di TW sarei curioso di conoscerli anche in analogico, ma probabilmente non succederà mai.
TW e' anche un motore di cambiamento sociale, perche quando le persone comunicano, succede sempre qualcosa di nuovo. In questo senso e' anche responsabilità.
Non volevo offendere nessuno e se lo ho fatto, anche involontariamente, me ne scuso con gli interessati.
Però io credo poco alle "regole di bon ton" come prendere sul serio il numero followers. E questo non lo rinnego.
Tutto questo per chi fosse interessato al mio punto di vista.
Un abbraccio e buona vita, anche analogica, a tutti.
Roberto”

lunedì 30 luglio 2012

Che faccio, la do via come se non fosse la mia?

Mi sono spesso domandata quanto sia  reale la libertà sessuale mostrata da svariate donne. E parlando con alcune di loro, e anche con alcuni uomini (che sono coloro che di tale libertà beneficiano), mi sono fatta un’idea che vorrei condividere con voi.
Avevo pensato di scrivere un articolo distaccato che riportasse esclusivamente i dati emersi dalle mie interviste, ma mi sono resa conto che è impossibile ed essendo la mia posizione, in merito a questo argomento, ben definita, non me la sentivo di restarne completamente distaccata.
La verità, che poi è la mia verità,  è che le donne per quanto emancipate siano, e credetemi dai dati emersi, soprattutto nella fascia più bassa (18-25) sono molto emancipate, mantengono la loro natura, che forse negli anni si sarà anche adattata a costumi più liberi e che non si piegano a falsi moralismi, ma se non in rarissimi casi (nei quali l’alcool gioca un ruolo fondamentale), se una donna ve la da al primo appuntamento, comunque qualcosa da voi domani se l’aspetta. E non raccontiamoci storie, non valgono tutte le promesse della sera prima del tipo:“tranquillo, anche io non voglio legarmi, anche io amo sentirmi libera, ci sentiamo quando ne abbiamo voglia” la donna ha voglia di sentirvi DOMANI, anzi ieri. E quando i giorni passano e non arriva la telefonata attesa, piangono e si disperano e si fanno mille domande, e si mettono in discussione, quando in effetti la risposta che dovrebbero darsi è una sola. Se non vuoi che sia una scopata e basta, non gliela devi dare. Perché “le donne antropologicamente non sono dedite al sesso occasionale, sono troppo elevate spiritualmente per un colpo e via” (cit. D.P. uomo), e l’urgenza di adeguarsi alle esigenze più carnali degli uomini le ha costrette a confrontarsi su terreni sconosciuti. Ma si sa le donne sono maestre nella finzione, e così hanno fatto credere agli uomini (e anche a loro stesse) di avere il pisello, e hanno con certi atteggiamenti anticonformisti, annullato totalmente l’intera usanza del corteggiamento (gli uomini leggano caccia), producendo così un totale disinteresse negli uomini per le tutte le fasi che precedono l’accoppiamento e contraendone i tempi ad un paio di sms. Per gli uomini diretti e concreti, il raggiungimento dell’obiettivo con il minor sforzo e impegno, è indubbiamente una vittoria; che se parliamo di ottimizzazione dei processi, nello specifico, meglio di così non potrebbero. Vengono cassati tutti i passaggi intermedi della supply chain e si salta dalla fase di ricerca, direttamente all’utilizzo finale del prodotto, consegna a domicilio, spese a carico del mittente.
Ma delle emozioni di un corteggiamento non rimane più nulla e questo a discapito principalmente dell’emotività femminile, e forse un po’, spero, anche dell’ego maschile che per natura è cacciatore, e in questa maniera svaluta le sue inclinazioni e il suo istinto di predatore. E’ un po’ come andare a pesca in un laghetto sportivo, pancia sicuramente piena (rutto finale), soddisfazione pari allo zero.
Il guaio di tutto questo poi rimane sempre che gli uomini, per quanto emancipati dicano di essere, a parole e con i fatti, se mai nella loro vita di incontri occasionali dovessero decidere, per un periodo o per sempre, di diventare stanziali, non lo faranno mai a favore di una donna che si è concessa con grande facilità. Questo significa che sono di vedute aperte solo quando si tratta di sollazzare il loro “regale augello”, ma nella realtà sono più ottusi e bacchettoni dei nostri nonni. Perché rimane radicato in loro il principio del possesso e quando puntano gli occhi su qualcosa che li interessa veramente, vogliono essere gli unici proprietari ed averne l’esclusiva.
Ma questo va più che bene, però per una questione di coerenza dovrebbe essere sempre in  un modo o sempre in un altro. Altrimenti siete degli ipocriti opportunisti. Ma qui si aprirebbe una questione legata al personale egoismo dell’essere umano, indipendentemente dal sesso. E così ci ritroviamo con uomini e donne che recitano un ruolo, quello che egoisticamente fa più comodo ad entrambi, ma che irrimediabilmente li lascia sempre più soli.
Perché diciamocelo chiaramente, anche gli uomini che si professano più sinceri e che sin dal primo incontro tendono a mettere le carte in tavola, circa la loro totale necessità di libertà, non la raccontano sempre giusta. Così come è noto che a noi donne è sufficiente mezza parola per buttare le basi una grande storia d’amore. Anche perché in tutta sincerità, se gli uomini fossero totalmente onesti e schietti, e non lasciassero minimamente intravedere uno spiraglio seppur lieve di rapporto, scoperebbero il 60% (il dato è sottodimensionato) in meno di quello che fanno, quindi chiamatela SOPRAVVIVENZA SESSUALE, chiamatela ipocrisia, sappiate che non è proprio così come ve la raccontano! Anche perché è affiorato prepotentemente dalle interviste, che gli uomini sono perfettamente consci della nostra natura, lo sanno che in un modo o nell’altro noi ci coinvolgiamo emotivamente, e che anche quando diciamo che non vogliamo implicazioni emotive in realtà in un angolino recondito del nostro cuore è quello a cui miriamo. Loro lo sanno e fanno finta di niente e si bevono le nostre menzogne di rapporti liberi e senza implicazioni e impegni duraturi, perchè questo è il gioco delle parti.
L’uomo per natura non è monogamo, si sforza di esserlo e spesso con pessimi risultati, ma constatato questo per le donne dovrebbe essere più semplice scegliere cosa fare del proprio corpo e del proprio stato emotivo. Perché in mano si hanno gli elementi per valutare a priori l’evoluzione di quello che si decide di vivere. Pertanto va bene il sesso occasionale se poi non ti ferisce. Va bene il sesso occasionale se sai alzarti dal letto e andartene alle 3 di notte mollandolo tra le lenzuola senza farti risentire per due settimane o forse più,  altrimenti è un errore.
Un dato è certo ed emerge in maniera prepotente, le donne crescendo diventano più consapevoli del loro corpo e scelgono con maturità di concederlo o meno grazie ad una coscienza imposta dalle esperienze di vita. Competenza che non può essere insegnata, ne trasmessa verbalmente, ci si arriva con l’equilibrio e la cognizione di se stessi, e credo che questo sia anche il giusto corso della vita, che ti fornisce gli strumenti adeguati per le scelte future.  
Così non esistono regole che stabiliscano cosa sia giusto o meno fare, ne se ne può certo fare una questione morale, io sono per la libertà di espressione della propria natura, anche in considerazione del fatto che questa è l’unica regola per comprendere cosa fa bene alla nostra vita.
Certo è che non esiste nulla al mondo, gratificante quanto poter essere se stessi, senza doversi conformare a certi standard dettati dalla collettività per essere approvati.  

venerdì 20 luglio 2012

Sono 30 grammi in più, che faccio lascio?


Lo so molti di voi stavano aspettando un altro articolo, ma abbiate pazienza, quello arriverà presto è in fase di elaborazione. Questo post lo avevo in canna già da molto tempo, e quindi come non rendervi partecipi di uno dei momenti più alti delle mie giornate da casalinga?

Ora io non ho ancora ben chiaro se sia in atto una congiura di tutti i salumieri di Roma, contro di me, o se il trattamento che mi viene riservato è anche a vostro appannaggio. Certo è che i salumieri sono una della categorie professionali più incompetenti in cui io mi sia mai imbattuta, o meglio diciamo che tutti quelli ai quali mi rivolgo io devono essere colpiti da un deficit dell’attenzione di proporzioni stratosferiche

Per rendere meglio l’idea di cosa sto parlando, questo è il dialogo tipo che di solito ho quando vado a comprare affettati o formaggi vari, l’ultimo proprio pochi minuti fa.

“Salve bella signora cosa desidera?” faccio notare che mentre il salumiere pronuncia queste parole è piegato a sistemare qualcosa sotto il bancone. Io aspetto che si alzi in piedi, ma quando lui mi ripete, “Cosa desidera?” come dall’oltretomba, io con calma apparente, in quanto già conscia di quello che che mi appresto a vivere nei prossimi 5 minuti, (che poi è quello che accade ogni volta), rispondo “Un etto di prosciutto”, sempre in trepidante attesa di vederlo risorgere da sotto il bancone. E miracolo eccolo, e mentre si alza e si volta verso l’affettatrice, quindi dandomi le spalle, mi chiede di nuovo, “Quale prosciutto”.
Nella mia mente appaiono già le scritte a neon MA MI STA PRENDENDO PER IL CULO? Cazzo sei voltato di schiena, sul bancone ci saranno almeno 20 prosciutti, se non ti giri come cazzo te lo indico? E quindi siccome mi metto sempre in discussione, guardo meglio sullo scaffale se, per caso, fossero stati indicati numeri e lettere come nella battaglia navale per identificare le coordinate necessarie all’individuazione del suino! Niente coordinate e niente battaglia navale come immaginavo. Ma visto che non si volta e continua a pulire quella maledettissima affettatrice, io con voce ferma e descisa: “QUELLO”, e alzo il dito indicando il prosciutto che vorrei, resto un po’ con il braccio alzato e poi…mavaffanculo, lo abbasso, e so che proprio in quell’istante lui si volterà e mi chiederà di nuovo “Allora quale ha detto?”.
Ora probabilmente la pazienza, se fosse la prima volta che accade, non avrei neppure dovuto raccoglierla per farmi forza ed indicarglielo nuovamente, ma capite che sono anni, e salumieri di tutta Roma, e quartieri girati invano alla ricerca di un cazzo di maledettissimo norcino che ti parli guardandoti in faccia e che faccia due semplici cose, ascoltare quello che gli chiedi e dartelo. Quindi dicevamo, munita di tutta la pazienza che mi è stata concessa, indico nuovamente il prosciutto e prodigio al primo colpo anche lui sembra averlo riconosciuto, lo prende lo mette in macchina e comincia ad affettare e tu disperata, cominci a domandarti, ma si ricorderà che gliene ho chiesto un etto? E poi mi sento un verme perché sono sempre  la solita malfidata, in fondo gli ho solo chiesto un etto di prosciutto, come fa ad essersene dimenticato, sono passati solo, quanto 57 secondi? e proprio in quello stesso istante, lui si gira e mi chiede, “Quanto ne faccio?”, mi verrebbe da dirgli “...faccia a piacere”, ma mi rendo conto che il sarcasmo in questo momento non sarebbe di aiuto affatto e mi limito a ripetere “un etto grazie”.
Intanto guardo il prosciutto fetta sopra fetta e ad occhio mi sembrerebbe molto più di un etto, ma forse lo ha tagliato molto fino, (che bravo, nemmeno glielo avevo detto), ecco ha finito, prende la cartata, la spara sulla bilancia e toh, un etto e ottanta grammi, e con uno sguardo sognante si rivolge a me e mi dice “Era un etto e mezzo, vero, mi dispiace sono trenta grammi di più, che faccio lascio?”, che faccio lascio? E cosa vorresti fare riappiccicare 80 grammi di prosciutto a fette sul coscio sano, dimmi mio carissimo ed emerito testa di cazzo! Se ti dico, non no va bene non lasci cosa fai, te li magni tu quegli ottanta grammi, no perché se la tua soglia di attenzione non ti permette di eseguire un comando così semplice, e tutte le tue clienti in un impeto di stronzaggine si rivoltassero contro la tua incompetenza dicendoti “ NO NON LASCI” cosa faresti? Diventeresti l’uomo prosciutto ingozzandoti di tutti i tuoi errori? Ma un giorno prima o poi lo farò e starò lì a vederti lambiccare su cosa fare con quegli ottanta grammi di prosciutto che ora mi vado a mangiare alla faccia tua!


giovedì 5 luglio 2012

Cosa mi metto....(quanti anni hai?)

Il principio è: se pesi come una cinquecento senza sportelli, perché peggiorare la situazione con out-fit che sarebbero azzardati anche su Naomi? Eppure il pudore di certe cinquantenni, sembra un miraggio lontano ed ecco che con i primi caldi, alcune attempate signore, diventano lanciatissime nei vestiti delle loro figlie adolescenti.
Si ripropone così l’annoso dilemma di cosa ci si può mettere superati gli anta. Nello specifico il buongusto la fa da padrone, e aldillà dello stato di decomposizione fisica (non sempre a ridosso dei 50 sono proprio tutte sfasciate) bisogna comunque fare il conto con l’età anagrafica, così la regola generale dovrebbe essere che come aumentano gli anni dovrebbe aumentare anche l’orlo della gonna.
Quindi Signore mie, bandite minigonne, soprattutto se abbinate a degli improbabili tacco 15, peggio ancora se hai le cosce marchiate dalla Fiorucci, il rischio che si corre è di venire preparate per il Cenone di Capodanno insieme alle lenticchie.
Lo stesso vale per inverosimili scollature dalle quali straboccano diecimila euro di mastoplastica additiva. Ho capito che dovete ammortizzarla, ma fidatevi sulla parola, si vedono anche se sono coperte, si vedono almeno 2 minuti prima che arriviate voi stesse!
Chiaramente il discorso è lo stesso anche se siete un giunco filiforme, il troppo stroppia anche su una ventenne. E un filino di buongusto è richiesto sempre.
E poi un po’ di rispetto anche per chi questi spettacoli indecenti deve sorbirserli quotidianamente, magari in ufficio. Dove per forza di cose quando vi siederete la minigonna diventerà la vostra cintura più alta, e quelli che, disgraziatamente si troveranno presenti, dovranno accettare mestamente un incontro ravvicinato con la vostra biancheria intima.
Insomma assodato che non siete Candice Swanepoel (Victoria’s Secret model), deponete le armi, preparate qualche piatto di fettuccine in più e godetevelo con la vostra famiglia. Per il vostro bene e anche di quelli che vi guardano!

Caro Amico,....

Ehi dico a te…Tu che vivi in un delirio di onnipotenza dove tutto quello a cui dai modo di circondarti, ha come unica finalità quella di elevare il tuo cazzo di solipsismo, parlo con te, che non sei in grado di conservarti un’amicizia vera, perché hai imbastito la tua vita su una banale successione di qualunquismi, che potranno anche ingannare inizialmente chi non ti conosce, ma in seguito diventeranno la tua solitudine. Anzi già lo sono.
Le parole non costano nulla, nessun impegno, sentimento, coinvolgimento, responsabilità. E tu delle parole ne fai un uso scriteriato, perché sono le sole cose che hai da condividere. Così mio caro amico, non fare richieste di affetto se poi non aspetti nemmeno le risposte, non sbandierare sentimenti dei quali sei privo, lascia che le cose vadano come devono andare. E tieniti accanto chi, per convenienza, si compiace della tua amicizia anche se tale non è.
Io sono vera, e questo te lo avevo detto anche in passato, non mi accontento delle apparenze, amo la sostanza soprattutto in un'amicizia, e non me ne faccio niente della tua ipocrisia. Le tue frasi ad effetto,  riservale a chi campa di esteriorità!
Sono sempre stata convinta del valore delle azioni molto più che delle parole, ma accade poi che ti imbatti per la prima volta in una persona che delle parole fa il suo mestiere e quella che era una tua convinzione, diventa un principio scolpito nella roccia. E quindi grazie a Te per avermi confermato che fino ad oggi non avevo sbagliato.

venerdì 22 giugno 2012

Siamo Valigiati

Partenza alle porte, e differentemente da ogni anno, la mia ansia da gestione compulsiva, ha lasciato spazio ad altre attività più pressanti e la valigia l’ho preparata solo ieri.
Beh che c’è, secondo voi è sempre troppo presto, visto che parto Domenica alle 5 del mattino? Lo sarà per voi. Io di solito sono già valigiata una trentina di giorni prima. Non che questo mi metta a riparo dallo scordare quelle piccole cose che fanno la differenza (e non parlo della testa, quella è persa da tempo), il caricabatterie del cellulare per esempio o la biancheria intima. Voi mi direte, ma vai a Formentera che porti la biancheria? Ma io sono Vintage e a Formentera la metto doppia, così tanto per essere controtendenza. Così anno dopo anno mi ritrovo con una collezione senza precedenti di caricabatterie da far invidia alla Samsung, o costretta a fare scorta di abbigliamento o havaianas.
Insomma, anche quest’anno forse ce l’abbiamo fatta, la valigia si chiude e questo è un ottimo risultato,  non l’ho ancora pesata, ma ad occhio e croce tranne per una decina di chili in esubero dovrebbero farmi passare.
Io ci provo, ogni volta mi dico, costumi  e pareo, e poi parte il primo abbinamento con il costume e mi ritrovo che senza il vestito da sposa proprio non posso spostarmi, perché…non si sa mai, e se poi mi servisse?  Il punto è, che io ai miei vestiti gli voglio bene, e non mi sembra carino partire e lasciarli a Roma da soli, al buio dell’armadio. E’ una questione d'affetto. Non lo farei con un cane figuriamoci con i miei vestiti o con i miei sandali Jimmy Choo! E poi il cambiamento d’aria potrebbe anche fargli bene!
Credo comunque di aver dato il meglio di me. Quest’anno il motto è “non esageriamo” con il risultato che non  entrerò in competizione con le parruccone che sulla passeggiata di Es Pujols sfoggiano tacco 15 alle 19,00 e per spostarsi necessitano inevitabilimente dell’accompagno. Oddio, saranno anche gnocche, ma io sto già sui tacchi tutto l’anno e per me vacanza è in primo luogo libertà! Se deve diventare un lavoro, allora resto in ufficio.
Così ho infilato in valigia giusto due magliette, in effetti forse saranno una ventina, ma non sottilizziamo, qualche decina di costumi, sempre perché non dobbiamo esagerare e poi Jane di Ibiza è un passaggio obbligato e non vorrei mai che ci rimanesse male se quest’anno non le faccio la cessione del quinto per un paio dei suoi costumi.
Ho ricordato anche di portare tutta una serie di infallibili creme antirughe contro gli effetti degenerativi del sole, e considerando il sorriso incontenibile della commessa della  profumeria mentre uscivo (sicuramente stava a percentuale), al mi rientro da Formentera la mia pelle dovrebbe fare concorrenza al culo di un neonato! Questo in  un'ottica assolutamente pessimistica.
Ora vado a pesare la valigia se trovo qualcuno che mi aiuti a, come direbbero in Sicilia, “scenderla dal letto”.

lunedì 19 marzo 2012

Il trapasso.....come sta il caro estinto? L'ex

Ditemi la verità vi sono mancata? No,  ho scritto solo pochi giorni fa…quindi non dite cazzate che vi becco subito.
Questo deve essere un periodo veramente produttivo, e quando l’ispirazione arriva non la trattieni eh! Viene fuori prepotente come un rutto! D'altra parte non è che l’ispirazione viene così a comando, e poi bisogna anche trovare l’argomento giusto, e sebbene Real Time sia un pozzo infinito di idee, non vorrei inflazionare l'argomento. Così mi dirigo su altri lidi.
In effetti avrei un paio di cosine da condividere con voi, e sto tentando di capire a quale dare la precedenza. Ci sarebbe da spendere qualcosa come più di due paroline sul bagno aziendale, per esempio. Ora voi mi direte, ma cosa cazzo ce ne frega a noi del tuo bagno, ma credetemi farci un giretto verso le 9 di mattina, potrebbe essere una delle esperienze più divertenti della vostra esistenza. Anche se organizzare gruppi di visita, seppur scaglionati rappresenterebbe una certa difficoltà gestionale e logistica.
Oppure potrei illuminarvi sulle molteplici sfaccettature delle rotture........di palle, ma no che mi fate dire, delle rotture delle relazioni amorose, fine rapporto, separazioni, divorzi. Trapasso a nuovo e più stimolante stato civile.
Rompere fa schifo diciamocelo. E’ doloroso, complicato, e ti fa ascoltare MP3 tristi. E la tecnologia, Facebook, Twitter sms, e-mail rendono le cose ancora più complicate. Così come naviga il crepacuore 21 ° secolo?
Per sopravvivere ad una separazione, avrete bisogno di senso dell'umorismo e di una pistola. Scherzo sulla pistola, avrete bisogno solo di un rifugio antiaereo. Bene, sto ancora scherzando - non c'è bisogno di chiamare le autorità. Effettivamente a pensarci bene non sarei io il soggetto più idoneo a parlarvi di questo, visto che in tutta la mia vita non ho mai trovato un uomo così coraggioso da farlo…….,come da fare cosa? di lasciarmi e non lo dico per vantarmene, perché la fine di un rapporto è un momento devastante per entrambe gli interpreti. Si lo so, quello che se la passa peggio è sicuramente quello che viene abbandonato, ma considerate una cosa, probabilmente quello che abbandona, è stato male e anche molto male prima, soprattutto se si parla di rapporti lunghi anni. E comunque non è che questa sia una gara a chi sta peggio. E’ chiaro che le peggiori rotture sono quelle dove tu sei colui che decide di dare fine al rapporto. Posso sicuramente affermare che quando si tratta di rompere un rapporto non sia molto meglio "dare che ricevere". Certo, il tuo ego non sarà così schiacciato come quello della persona abbandonata, ma dovrete essere pronti ad essere pedinati, molestati e minacciati ad ogni angolo. Qui è dove il senso dell'umorismo è la chiave di lettura e assolutamente necessaria per sopravvivere ad un brutta separazione.
E così eccoci arrivati finalmente al momento fatidico, si prende il coraggio e si arriva al tanto temuto "Dobbiamo parlare". "Dobbiamo parlare" sono quattro parole terrificanti, forse secondo solo a "Ti sto per uccidere." Così che cosa fare quando ci vengono dette o scritte oppure siamo in procinto di dirle noi? Perché abbiate pietà, ma non si lascia nessuno per lettera, e tanto meno per sms, vi prego! Così orientati fuori dal dominio digitale ci si appresta all’incontro fatale.
Non ci sono regole da seguire, fremo restando che io sono sempre più convinta che i tagli decisi, siano all’inizio i meno compresi dalla controparte, ma quelli che poi successivamente vengono maggiormente apprezzati. Inutili parole consolatorie, chi viene lasciato in quel momento vi odia, potrete dirgli tutte le cose belle del mondo, vi odierà per molto tempo ancora, al di la delle parole che avrete scelto per troncare.
Che poi io ho una convinzione sacrosanta, che se la storia è realmente finita non c’è proprio nulla da dirsi, quindi queste sopravvalutate parole “dobbiamo parlare” sono solo il preludio a altre due ben più incisive “E’ finita”, perchè si parla quando c’è la speranza e l’esigenza di raccattare i cocci e di provare a ricostruire qualcosa, altrimenti a chi serve parlare? A chi chiude certamente no, perché se sei convinto di quello che stai facendo non esiste confronto che tenga, hai preso una decisione e la porti a compimento, e per chi la subisce, meglio i tagli netti e decisi, sono quelli che si rimarginano più in fretta (sempre che non siano quelli di un coltello da cucina, perché l’eventualità  neppure così remota, quella di beccarvi una coltellatac'è, quindi siate pronti a tutto). C’è chi questo mio modo di fare lo ha sempre contestato, quindi tutti quelli che ho mollato, ma questo è chiaro avviene perché non esiste realmente il giusto modo di lasciare qualcuno, soprattutto se quel qualcuno non vuole essere lasciato. Così credetemi, comunque sarete sempre i carnefici, e vi odieranno e non verrete compresi, qualsiasi tattica verrà adottata. Così tanto vale tagliare corto. E poi siamo sinceri, non è che uno decide di lasciare il partner, perché si alza la mattina e non sa cosa cazzo fare. Dietro una decisione così importante ci sono sempre lunghe riflessioni, (si anche io ho riflettuto, perché non sembro una in grado di riflettere……?) al di là dei metodi sbrigativi che uno utilizza per applicare tale decisione. Quindi che i mollati si facciano tutti un bell’esame di coscienza! Perchè non esiste carnefice e vittima….ma solo qualcuno che guarda in faccia la realtà più dell’altro!
I rapporti sono quello che sono, a volte funzionano a volte no, e non è detto che quando si ama, necessariamente si ami l’uomo/donna della propria vita. Alcuni fortunati magari lo incontrano, altri mai per tutta l’esistenza. E le storie cominciano e finiscono, e se a volte non finiscono è una gran fortuna.
Ma quando finiscono, la motivazione è quasi sempre la stessa "non si ama più", e allora, almeno che voi non siate votati alla beatificazione, perchè restare con un partner per il quale si prova un grande affetto, ma niente di più?

Prima di tutto, cominciamo con il dire che un uomo non chiama un rapporto “ relazione” - si riferisce ad esso come "quella volta che io e Paola stava facendo questo o quello", il più delle volte anche dopo anni di “questo e quello” si ostina a non voler identificare quello che sta vivendo con il suo reale nome, il che non cambierebbe molto per lui, ma magari per lei si.
Io sono stata 11 anni con un uomo che viveva con me 4 giorni a settimana e altri 3 a casa con i suoi….si si avete capito bene, i suoi genitori. No, che scemi che siete, certo che era maggiorenne! Insomma ma non vi fate mai gli affari vostri, era mio coetaneo, e a tutti quelli che gli chiedevano ma perché non andate a vivere insieme, rispondeva che lui voleva la sua libertà, che lui nell’anima era un single…beh dopo 11 anni (io sono una tenace eh…e le provo tutte prima di mollare) gliel’ho data…la libertà che avete capito (11 anni senza dargliela l’avrebbero fatto santo), e a quel punto, miracolo, mi voleva sposare! Ma siete o non siete stronzi? Perché questi sono i meccanismi che vi guidano, e questi sono atteggiamenti molto più maschili che femminili, ma non divaghiamo, perché l’argomento era un altro. Dicevamo, quando una relazione finisce, una donna piange e si dispera con le amiche, butta il cuore nel cassonetto, probabilmente scriverà una poesia dal titolo "Tutti gli uomini sono degli stronzi". Che poi conserverà per tutta la vita. Un uomo ha qualche problema in più a lasciarsi andare a certi sentimentalismi. Un uomo probabilmente dopo circa 6 mesi dalla rottura, vi chiamerà alle 3:00 in una notte di Sabato, per dirvi: "Volevo solo farti sapere che hai rovinato la mia vita, che non ti perdono, ti odio,e che sei una zoccola totale! (alcuni diranno anche” mi hai fatto soffrire più tu di questo carcinoma”…ma questo probabilmente ho avuto la fortuna di sentirlo solo io. Come al solito divago.) Ma voglio che tu sappia c'è sempre una possibilità per noi ". Questo è nota come chiamata telefonica del "ti odio/ti amo" che di solito avviene dopo essersi scolato una decina di birre e che il 99% di tutti gli uomini hanno fatto almeno una volta.
Ora quello che è veramente importante è come sopravvivere i mesi successivi ad una chiusura così drastica e definitiva.
Potrebbe accadere che il mollato non si rassegni ad avervi perso, almeno non subito, e lì se voi sarete intransigenti, e non vi farete prendere dai sensi di colpa, potrebbe cominciare a telefonarvi, inviarvi sms o mail di vendetta, a questo punto potrebbe essere necessario bloccare il loro numero di telefono. Se sono intelligenti modificate anche tutti gli account, ai quali anche lui/lei aveva accesso. E modificate anche lo standard di password utilizzate, perché non c’è niente di peggio di un amante intelligente piantato. (Forse un amante stupido piantato, ci sarebbe però da domandarsi come mai stavate con uno stupido? Ma questa potrebbe essere l'idea per un nuovo post.......)
Un amante respinto gode a giocare con le vostre emozioni. Così farà leva su tutto quello che, conoscendovi bene, sa essere importante per voi, amicizie, oggetti, hobbies. Qui dovrete mostrare tutta la vostra comprensione, perché ne vedrete di tutti i colori ed è qui che entra in gioco il vostro senso dell’umorismo senza il quale nulla vi aiuterà a gestire la mina impazzita in cui si è trasformato il vostro ex partner deluso!
Ricordate solo una cosa, prima o poi anche lui/lei si stancherà, e anche voi entrerete nei suoi ricordi e sparirete dal suo presente! In questo preciso momento non fate la cazzata più grande della vostra vita....... Non tornare sui vostri passi. Un rapporto finito, non si ricostruisce, se non con un altro partner!
Avrei voluto essere molto più divertente, ma non mi sembrava rispettoso verso tutti i miei ex, e poi la verità è che prima o poi qualcuno lascerà me....e allora non ci sarà nulla da ridere!

giovedì 15 marzo 2012

Quanto costa essere SINCERI

Non vi pentirete di essere onesti. E 'stato detto che l'onestà è la miglior politica. Sembra la cosa più semplice del mondo, ma essere veramente onesti con gli altri e con se stessi può essere una vera e propria sfida. La correttezza morale, che ci dovrebbe mostrare sensibili verso i sentimenti altrui, e di fronte verità scomode su di noi stessi di solito richiede molta pazienza, vigilanza e duro lavoro.
Basilare è comprendere il funzionamento della disonestà. La maggior parte di noi ha imparato a essere disonesto da bambino. Il processo spesso è iniziato con la consapevolezza che comportamenti diversi portano esiti differenti. Ad esempio, dicendo certe cose (o non dicendo certe cose) abbiamo ottenuto l'approvazione desiderabile e la lode, o la disapprovazione indesiderabile e censura, se non addirittura una punizione. Da qui l’indulgenza in comportamenti disonesti per ottenere i risultati desiderati è ad un passo brevissimo. Con il tempo i processi di pensiero che stanno dietro queste azioni diventano così radicati nella nostra mente e nel subconscio tanto da non esserne più realmente coscienti. Ed arriva un momento in cui si perde la capacità di conoscere quando la  disonestà sia in grado di  influenzare negativamente la nostra vita.
Siate disposti a risolvere (anche solo mentalmente) i problemi in cui siete stati meno onesti nel passato, rivedere le proprie trasgressioni creerà sicuramente disagio e senso di colpa (se così non è, inutile continuare a leggere questo post), ma riconoscere dove sei stato disonesto nel passato può aiutare a identificare i modelli e impedire il loro perpetrarsi.
Ricorda che la disonestà è radicata nella paura, quindi è necessario cercare e affrontare queste paure. Se ci si trova a mentire, perché si ha paura della disapprovazione degli altri, per esempio, forse si ha bisogno di imparare  che non necessariamente si può piacere a tutti  e che essere se stessi è il più grande regalo ci si possa fare. La cosa più importante, ammettere i propri errori in modo da perdonarci  utilizzando queste esperienze per rafforzare la propria determinazione a fare meglio. Non si può correggere ciò che non si riconosce come un problema.
Pensare onestamente. Questo può sembrare stupido, ma se non si pensa, onestamente, non si può essere onesti. I pregiudizi e le idee preconcette possono rendere difficile distinguere ciò che è realmente la verità. Non considerare mai le cose per il loro valore nominale. Quindi leggere, vedere o sentire qualcosa, non fare ipotesi. Offrire beneficio del dubbio, ed essere scettici, se necessario. Quando ci si impegna nella comprensione della verità, può essere umiliante rendersi conto che la maggior parte di ciò che pensiamo di sapere in realtà è solo sulla base di ipotesi piuttosto che fatti. Esiste un proverbio che bisognerebbe sempre tenere a mente "Quello che non vedi con i tuoi occhi, non testimoniare con la tua bocca."
Essere onesto sulle cose semplici. Questo è particolarmente importante in situazioni in cui "colorare" i fatti non farebbe alcuna differenza nel mondo, il che copre un bel bella fetta della nostra vita.  Applicando l'onestà alle piccole cose, si otterrà l'abitudine di essere onesti in linea generale.
Sappiamo tutti che l'essere letteralmente onesti può ferire i sentimenti di amicizia o di amore. Perché spesso chi è dall’altra parte interpretata la nostra sincerità come una critica o una mancanza di sostegno. E 'molto forte la tentazione di raccontare una "bugia bianca" quando si tratta di persone care (soprattutto bambini), ma è sempre possibile essere onesti utilizzando la creatività nel modo in cui esprimere la verità.
Sottolineare il positivo. Spostare l'attenzione lontano da quello che, in tutta onestà, pensate sia negativo. Invece di dire "Non ti stanno bene quei pantaloni" si può dire "Non ti stanno bene come quel vestito nero che su di te fa una figura impeccabile e se lo metti con i sandali che mi hai fatto vedere prima sarai una bomba".
Si ha anche il diritto di rimanere in silenzio, purchè questo sia il periodo transitorio necessario per trovare il modo migliore per esternare il nostro reale pensiero. Quando tutto il resto fallisce, essere onesti, ma con delicatezza. Avvolgere la verità  in apprezzamenti, lodi, e, in caso affetto è la miglior soluzione.
Trovare un equilibrio tra comunicazione completa e privacy. Solo perché sei onesto non vuol dire che bisogna comunicare qualsiasi cosa di voi e della vostra vita. Decidere quali informazioni una persona deve o non deve sapere è una decisione personale. Ma è pur vero quando si decide di tacere certe verità ad una persona, spesso non vuol dire che si stia agendo nel suo interesse nascondendo tali informazioni. Seguire l’ intestino  mettendosi in nei panni dell’altro aiuta: "Se fossi nei loro panni, mi sentirei tradita/o se queste informazioni non fossero state condivise con me al momento opportuno?" Ricordatevi che essere onesti non è facile, perché ci rende vulnerabili. Va verità mostra le persone che veramente siamo e gli errori che facciamo, ci mette sotto critica e ci potrebbe far respingere o non far apprezzare. E a volte, la verità fa solo male. Ma, onestà sviluppa carattere, così come la credibilità e la fiducia, che sono tutti gli elementi costitutivi delle relazioni di sana e alta autostima. Essere onesti non è un obiettivo che possiamo spuntare in una lista di buoni propositi: è un processo continuo una sfida e i benefici li raccogli per tutta la vita. Nulla è liberatorio come non avere nulla da nascondere.
La più grande verità di tutto questo è che essere sinceri, è difficile perché ci mette davanti ai nostri limiti, perché molte cose di quelle che otteniamo con piccoli stratagemmi, mezze verità, o silenzi che non si tramutano mai in verità, noi non le otterremo essendo totalmente onesti, ma è pur vero che scippare consensi, che non sarebbero mai arrivati se non con pessimi stratagemmi, non ci fa onore, e trascina nello sconforto totale chi poi impara sui propri errori chi siete veramente!


sabato 3 marzo 2012

L'ARTE DEL RICICLO

E' già parecchio che ci penso, ed eccomi qui, per rendervi partecipi di un argomento di grande attualità. Il Riciclo.
Non sto parlando di quello che siete abituati a fare durante le feste di Natale, con i regali poco graditi. Anche se pure in quell'ambito, sempre di "riciclo" si tratta. Unico consiglio che vi posso dare, e quello di annotare a chi date cosa e soprattutto, da chi lo avevate ricevuto voi. Così tanto per evitare impareggiabili figure di MERDA!!
E neppure della meno onorevole e stimabile consuetudine al riciclo del “Fidanzato”, ma di questo parleremo in un altro momento.
No, quello di cui vorrei parlarvi oggi è l'arte di utilizzare oggetti, che effettivamente sarebbero da buttare, per farne capolavori di arte Post-Contemporanea.
Lo spunto mi viene da una trasmissione, che ogni tanto seguo su RealTime, che con grande immaginazione e creatività comunica idee originali e veramente,veramente utili!
Dunque, la prima domanda che mi faccio è, “ma se io ho un oggetto di qualsiasi natura, che ha raggiunto, completando il suo naturale ciclo di vita, il diritto divino di diventare parte integrante della raccolta differenziata, per quale eccentrico motivo dovrei invece, con un enorme dispendio di tempo,fantasia e denaro, trovare un modo per dovermelo tenere in casa ancora qualche anno?”
Io a questa domanda non sono stata in grado di trovare una risposta!! Forse per puro MASOCHISMO? Le vostre osservazioni saranno altamente gradite.
Oggi, ho avuto la fortuna di veder trasformare una meravigliosa tavoletta del water (che quindi ha notoriamente come destinazione d'uso la facoltà di farci cagare) in un altrettanto meraviglioso specchio, che ci farà cagare ugualmente, se non per le sue ripugnanti fattezze, quanto meno per il fatto che dovendoci specchiare dentro, il risultato sarà assicurato!
La considerazione da fare, è in primo luogo sui materiali necessari alla costruzione di questo meraviglioso pezzo emblema del riciclo:
1) trapano
2) seghetto
3) pistola per colla a caldo
4) annessa colla a caldo
5) 45 chiavi (tutte uguali.....usate? bah...alzi la mano chi ha mai avuto 45 chiavi uguali da buttare! e tutte nello stesso momento, anche perchè se fossero state da buttare, le avresti già buttate nel corso della tua lunga vita)
6) cementite....come non avete un paio di etti di cementite in casa!! E che diamine, non siete cool per nulla!
7) pennello per cementite
8) smalto rosso...ecco qui potete anche applicare la vostra personale fantasia, lo volete blu? ok fatelo blu
9) pennello punte piatta per smalto rosso, blu, verde, azzurro....
10) stop per appendere il capolavoro finito
Il tutto per la modica cifra di 158,00€ IVA esclusa. Ah non potete scaricarla l’IVA, mi dispiace allora aggiungete il 21%.
Non mi dilungherò oltre sulla creazione dell'oggetto, che qualora foste realmente intenzionati potrete trovare, ne sono quasi certa, sul sito di Real Time, ma mi limiterò a unica e banale riflessione che non riesco proprio a trattenere!
Mi rendo conto che l'impareggiabile orgoglio di avere un oggetto creato da noi da poter esporre al pubblico, potrebbe rendere assolutamente vane le mie valutazioni, ma se tra di voi ci sarà qualcuno in grado, con spirito critico, di guardare l'oggetto senza quella punta di vanagloria, si renderà conto che l'unico posto degno di tale contaminazione del muro della vostra casa,  sia solo ed unicamente la pattumiera.
A valle di quanto detto, la spesa di 158,00€ vale veramente la pena? quanto da Ikea con 35€ potreste comprare qualcosa che, probabilmente vi darà meno soddisfazioni personali, ma sicuramente passerà inosservata all’occhio perfido dei vostri parenti. E il vostro orgoglio sarà dato solo e unicamente dal compiacimento di aver risparmiato 122,00€, che di questi tempi non è poco!

martedì 21 febbraio 2012

Ascolta come mi batte forte il tuo cuore

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

 (Wislawa Szymborska)

giovedì 16 febbraio 2012

Il senso di certi ricordi....

Domenica pomeriggio, io sulla sedia con le gambe rannicchiate e il terzo libro in quindici giorni, ma quando sono qui con te, non posso fare molto altro.Ogni tanto alzo lo sguardo e tu sei li, sonnecchi, sposti un po' il braccio, ma ogni istante di più ti vedo sprofondare tra le piege di questo letto.
Quanto pesi? 50 kg? Apri gli occhi per un attimo, mi guardi ma non capisco se mi vedi, ma so che sai che sono qui. Ho allungato i piedi sul letto e sfioro le tue gambe, sono gelide ma non vuoi che ti copra, qua dentro ci si potrebbero covare le uova, e mi viene da ridere. Immagino una miriade di galline che girano per il reparto e che depongono uova qua e la, mentre le infermiere le raccolgono in cestini di paglia. Ma questa non è la realtà.
Ritorno su questa terra. Sei ancora li, tre cuscini sotto la testa, la mascherina dell'ossigeno che si sposta. Ma venti giorni fa non eri in vacanza con la mamma alle cinque terre? Ma perchè il tuo cellulare continua a squillare, ma non hanno capito che non puoi lavorare?
La testa ti si piega sul lato sinistro e la maschera dell'ossigeno ti va a finire sugli occhi, così non respiri, ma tu sonnecchi. Mi alzo ti sposto la testa e riposiziono l'ossigeno sulla bocca. Tu continui a dormire, muovi leggermente la mano, come a dire, tranquilla va bene così. Mi risiedo e continuo con il mio libro. Questo libro che non ho mai finito. Fuori c'è il sole, una di quelle giornate di fine ottobre ancora calde, con un cielo azzurro che sembra che l'inverno non debba arrivare mai e se vuoi te ne vai al mare in costume. Roma è così. Ma io qui sto bene, tranne forse che per questo caldo terrificante.
Riprendo la mia lettura, ma di cosa parla questo libro? Ti guardo di nuovo, di nuovo la tua testa si è inclinata sulla sinistra, mi avvicino a te per sistemare la maschera dell'ossigeno. Ma perchè inclini la testa sempre sulla sinistra? Ma non lo ti accorgi che non respiri così? E così una, due, tre, quattro volte, sempre a sinistra.
Alla fine, prendo dall'armadio un paio di magliette e te le metto arrotolate sul lato sinistro del capo. Voglio vedere adesso che fai! Ti svegli, mi guardi mentre mi siedo. Papà sei diventato così piccolo, quindici giorni fa avevi 63 anni, e oggi quanti, 5? Riprendo il libro e ti guardo ancora, i nostri occhi si incontrano, mi sorridi, un sorriso che io conosco bene, l'ho visto ogni volta che ti preparavi a organizzare qualche scherzo improbabile, tu sei l'uomo più dispettoso che io abbia mai conosciuto, sorridi di nuovo e chini la testa sulla "destra"! Ci avrei giurato. Ora ti riconosco.
Vorrei porter ricordare altro, ma forse è troppo presto o forse questo è tutto quello che mi serve per averti sempre con me!
Ciao Brunello.


venerdì 20 gennaio 2012

Non è uno scherzo.....io c'ero!

Sono consapevole che non sia carino sparlare del prossimo, pertanto nello specifico mi limiterò ad una attenta descrizione dei fatti, senza fare nomi e cognomi. Ma è di vitale importanza per me condividere con il prossimo, l'arricchimento dal punto di vista medico, grazie al periodo di conoscenza con Mr X (così chiameremo l'uomo in incognito).
Nel periodo in cui ho avuto la fortuna di interfacciarmi professionalmente con questo baluardo della "BUONA SALUTE", sono stata edotta circa tutta una serie patologie di cui non conoscevo neppure l’esistenza, e che ora  mi sono chiare nella mente così come le indagini necessarie a verificarne l’esistenza, e le conseguenti cure.
Ora ci sarebbe da chiedersi, ma Mr X è un medico…..ennò, il bello sta proprio qui, lui è il  fortunato titolare di tutte queste disfunzioni che, neanche a dirlo, ha tutte contemporaneamente. Praticamente un miracolato se si considera che ad oggi ancora è vivo e vegeto e non ha mai avuto incontri con ospedali di sorta se non per andare a trovare amici e parenti malati veramente. 
Quello che mi limiterò a fare è riportare l’elenco dettagliato dei sintomi/malanni che nel corso della mia conoscenza mi sono stati riferiti con dovizia di particolari senza alcun pudore, dal soggetto in questione.
Troverete anche qualche piccola nota tra parentesi, perdonatemi ma non ho saputo resistere:

1.    Turbinati
2.    Ipertiroidismo
3.    Orecchio otturato dal 2004
4.    Setto nasale deviato
5.    Ciccetto di carne sulla palpebra sinistra perennemente infiammato
6.    Perdita di massa muscolare costante dal 2000 (e ce credo nun fai un cazzo di sport dal 2000)
7.    Ginocchia fuoriuso che non lo sostengono (in piedi ce stai no?)
8.    Gomito bloccato
9.    Articolazioni indurite
10.   Apparato digestivo completamente inattivo e impossibilità a degluttire (ma allora mi domando ma come è che stai sempre a MAGNA')
11.    Ugola che si gonfia a volte
12.    Aritmie cardiache
13.    Impossibilità  a riconoscersi quando si guarda allo specchio (e ce credo pensi di essere Brad Pitt e sei uguale a Bombolo)
14.    Gli si alzano le gengive
15.    Macchie bianche sulla lingua che appaiono all’improvviso
16.    Piccolo prolasso alla valvola mitralica (e il nostro prolasso ai coglioni quello non ce lo vogliamo mettere?)
17.    Fascicolazioni muscolari, da lui riferite come anticamera della Sclerosi (in effetti questa l’avrei dovuta inserire in due punti diversi)
18.    Mal di testa oftalmico
19.    Spasmi continui alla bocca dello stomaco
20.    Fitte al collo che poi si blocca
21.    Fitta costante alla spalla sinistra che fuoriesce dalla schiena
22.    Tremore ai muscoli tanto da non permettergli di tenere nulla in mano (io speravo che almeno una pistola per puntarsela alla testa je l’avrebbe fatta)
23.    Forte dolore persistente alle coronarie (le coronarie fanno male? quando inventi una parola è "neologismo" quando ti inventi una malattia com'è, "testadicazzo"?)
24.    Strozzatura al colon
25.    Reflusso gastro esofageo
26.    Dolore acuto al fianco sinistro
27.    Impossibilità di coordinare i movimenti
28.    Micro emorragie interne saltuarie
29.    Attacchi ischemici
30.    Crisi di derealizzazione
31.    Micro ictus, ma solo una decina in un paio di anni (ah allora si….tranquillo pensavo almeno 12, allora si che erano problemi)
32.    E per concludere una bella fibromialgia, così tanto per gradire!


Non credo a questo punto sia necessario aggiungere altro, questa lista parla già da sola.


mercoledì 18 gennaio 2012

..... e per cominciare.... sono sempre punti di vista!

Leggete tutto fino in fondo...oppure nulla. La seconda parte è il vero senso del post!


Una valida metafora
 
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: «Sono cieco, aiutatemi per favore». Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere
il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato. Il pubblicitario rispose: "Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo". Sorrise e se ne andò. Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: "Oggi è primavera e io non posso vederla".
Morale:
Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.
Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti....
Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all'esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all'editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un'ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento.
Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore.

Io l'ho rivisitata così........e sono sempre punti di vista!
 
Un giorno, un non consulente era seduto sul gradino dell’ingresso di un’Azienda e si mortificava davanti ad amici e colleghi : «Sono innamorato di Paola Vittori da due anni, ma non riesco a lasciare la mia ragazza aiutatemi per favore» Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che solo alcune persone erano rimaste a sentirlo. Si chinò e poi, senza chiedere il permesso al consulente, prese un cartone, vi scrisse sopra una frase e lo attaccò sulle spalle del consulente. Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal non consulente e notò che era al bar aziendale, circondato di amici che volevano parlare con lui, offrirgli da bere e ascoltarlo. Il non consulente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò che cosa avesse fatto. Il pubblicitario rispose: "Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo su un cartello dietro la tua schiena". Sorrise e se ne andò. Il consulente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone, che nel frattempo era volato via, vi era scritto: "Ah regà me so trombato la Vittori pè du’ anni …. da paura!".
Morale:
Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedraiche poi andrà meglio.
Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che è colpa del tuo collega
Per scoprire il valore di un ano, chiedilo a Marrazzo.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo alla tua donna quando ritarda
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo ad un agenzia di viaggi
Per scoprire il valore di un ora, chiedilo sulla Salaria, magari scopri che spendi di meno
Per scoprire il valore di un minuto, chieditelo mentre ti stanno facendo la colonscopia
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo alla Pergola
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo a uno che soffre di eiaculatio precox
Il tempo non aspetta nessuno, quindi portati sempre l'ombrello. Raccogli tutto quello che trovi, perchè quando lo hai trovato.....diventa tuo!