Bloccatissimi

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martedì 19 gennaio 2016

DA 1 A TINDER QUANTO SEI DISPERATO?


Sono sociopatico, mi curo su Tinder
Avevo sentito un gran parlare di Tinder da molte mie amiche e, infine, con qualche esitazione e una punta di imbarazzo, ho scaricato la fatidica app.
Tinder, come molte app di giochi, è stato progettato per creare dipendenza, impadronendosi del centro del piacere del cervello, che si trova nella corteccia prefontale. Il cervello, ad ogni compatibilità traguardata sviluppa dopamina, ormone e neurotrasmettitore che ci fa sentire bene, e che spesso viene associato con l'amore, la lussuria, il gioco d'azzardo, e, sì, la droga . Questo accade quando il cervello collega  una sensazione di benessere al bip della risposta attesa o del match. Si tenderà  quindi a ripetere l’operazione più e più volte, perché il cervello, producendo dopamina, sarà gratificato dalle connessioni ricevute.
Mettici inoltre che Tinder è super accessibile e il nostro cervello lo sa. Non oltre un braccio di distanza. E quando il premio è ad un secondo di distanza, così come Tinder,  l’immediatezza rende la ricompensa molto più gratificante. Più accessibile una è ricompensa, tanto più il desiderio e la motivazione al perseguimento diventano incontrollabili. E così ecco spiegata la smania incontrollabile di continuare a strisciare.
Ecco, adesso che vi ho dato un’adeguata motivazione alla vostra compulsiva esigenza di strisciare il pollice su tutte quelle foto che vi scorrono sotto gli occhi, sappiate che questo non giustifica l’uso imbarazzante che fate del social, che temo sia più da imputarsi alla vostra vera natura, già fortemente minata e che in  questo contesto, fertile di immediate possibilità, si amplifica in modalità esponenziale.
Tinder è il social dove ci si innamora temporaneamente di almeno un contatto al giorno. Fino a che lui non dice qualcosa di assolutamente idiota, o indossa un paio di scarpe inguardabili; e allora tutto finisce più velocemente di quanto sia iniziato.
Siete alla ricerca del Dott. Stranamore su Tinder? Signore, siamo spiacenti, anche se il Dott. Stranamore  esistesse, è molto probabile non lo trovereste su Tinder. Per la maggior parte, gli uomini collegati allo scandaloso Tinder lo sono per avere incontri sessualì occasionali, che raramente i tramuteranno in qualcosa di duraturo.
Il che non è poi così disdicevole, l’importante è che ne siate consapevoli, e che il vostro approccio sia allineato alla  vera essenza dell’app di dating. Diversamente dovreste solo ripiegare su un altro sito per incontri, o magari su qualcosa di più reale, tipo la vita.
Non sto qui a spiegarvi l’utilizzo di Tinder, perché se state leggendo questo articolo, sapete già di cosa si tratta. Faccio solo una piccola riflessione sul mezzo attraverso il quale promuovete voi stessi . Le FOTO.
L’immagine che si utilizza, è un biglietto da visita e la sua importanza è  sicuramente rilevante. Signori state facendo self-marketing.  C’è da domandarsi, allora, perché scegliete certe fotografie? Cosa vi fa pensare che pubblicare una foto infilato in un costumino improbabile, con pancia risvoltata (se va bene tre volte), sia di qualche minimo interesse per il sesso femminile, oltretutto senza il minimo riguardo verso chi, ignaro di cotanta sfrontatezza, magari sta usando Tinder dopo pranzo?
Se avete a disposizione 6 foto e tutte e 6 le postate con gli occhiali, devo immaginare, invece, che tu sia ricercato dai servizi segreti, oppure tu abbia un occhio di vetro. Quindi il messaggio è “fatevi almeno una foto senza occhiali”. E’ vero che così facendo probabilmente le vostre aspettative di match si abbasseranno almeno del 40%, e quelle di trombare del 75%.  Lo so che con gli occhiali sembrate Tom Cruise in Top Gun, ma la triste verità è che se ve  li levate sembrate Denny de Vito, ma a 48 anni dovrete pure cominciare a guardare la realtà in faccia. Poi c’è il tipo superattivo, che ha tutte foto concentrate su grandi spazi, trekking, mountain bike, sci, snowboard, nuoto, equitazione, dove lui è identificabile come un minuscolo puntino nero all’interno del suo campo di attività sportiva, e neppure con una lente di ingrandimento riuscireste a coglierne i tratti somatici. Che dire se non, amico mio, sappi che nessun essere umano è così attivo.
Insomma il vero divertimento, che ho veramente apprezzato,  non sta tanto nello scegliere qualcuno, quanto nell’immaginare che tipo di persona potrebbe mai mettere, ad esempio, una foto del suo bacino, in mutande con una semi erezione, aggiungendo una freccia gialla in coincidenza del suo pene. Tesoro, prima di tutto, fai una cosa, leva l’ovatta che si vede benissimo, e poi ridimensiona la freccia che attira su di se tutta l’attenzione. E’ più grande della tua mano, figuriamoci di quello che hai nelle mutande.
Insomma la regola di base è, abbiate pudore, e se non siete proprio, Patrick Dampsey, ripiegate su una bio interessante, scrivete qualcosa di intelligente, che catturi l’attenzione, lo so è difficile quando il massimo degli argomenti che avete a disposizione sono: il vostro spropositato ego. Che, oltretutto, è l’unica cosa spropositata che avete. Allora fate così, mettete uno screenshot di Google Earth che il vostro ego è talmente grande che si vede anche da li!
Quello che poi accade dopo i match chiaramente è tutto da provare, fermo restando che io di compatibilità ne ho ricevute moltissime, praticamente tutte quelle che ho attivato. E questo mi ha dato da pensare, e una domandina me la sono fatta. Possibile che io piaccia così tanto? Anche io stento a crederlo J. Così ho attivato un ulteriore account che come foto aveva la pupilla di un occhio. Chi metterebbe un like ad una pupilla, di 50 anni, direte voi? Tutti…vi comunico (anche ragazzini di 20).
Questo da spunto ad una riflessione molto significativa. Se anche una pupilla viene ricambiata da tutti i like  che attiva, che tipo di selezione viene fatta dal mondo “uomo”? Nessuna. Questo conferma ancora di più le motivazioni che conducono gli uomini a questa app di dating. Escludendo la ricerca di sesso occasionale che sembra oramai giusitificazione assodata, resta spazio solo per una forte componente narcisistica, evidenziata ancora di più dal fatto che sebbene questi uomini, abbiano già una vasta scorta di compatibilità, non trovano il minimo interesse nell’approfondirne qualcuna in particolare. Ed è, per loro, molto più gratificante un nuovo match, ed un nuovo match, fino al completo esaurimento, piuttosto che superare quella barriera di superficialità che configura i primi contatti tra due persone su Tinder, che se non mutano in un incontro sessuale non hanno motivo di essere in alcun modo alimentati. 
Attraverso l’account “Pupilla” sono rientrata in contatto con tutti gli uomini con i quali avevo già parlato mettendoci la mia faccia (per correttezza tutti tranne 2 che si sono dignitosamente astenuti dal cliccare su mezzo occhio), e la tristezza più unica è aver constatato che l’approccio, udite udite, ha sempre e comunque i medesimi stessi standard, stesse pietose pantomime, stesse inaudite cazzate senza precedenti. Gli schemi che usano sono sempre immutabili, dicono, fanno, si atteggiano nella stessa patetica maniera.
In linea generale pertanto, tutti i contatti Tinder  hanno un unico obiettivo trasversale, quello di trascinarti nel loro letto, o anche nel tuo. E la sensazione che si respira non appena agganciati a questo infernale social è qualcosa del tipo “se è vero che gli uomini pensano al sesso ogni 9 secondi, dovrò mangiare questo hot dog in 7”.
Poi, però, ci sono le eccezioni (a cui corrispondo tutta la mia incommensurabile stima), l’amica che incontra un tipo a posto, romantico, che non ha timore di esprimere i suoi sentimenti, e che li ha ed è in grado di riconoscerli, sa come gestirli e li condivide con lei non solo "precoito", ma anche dopo nei mesi successivi. E questo ti fa ricredere nel genere maschile che orbita su Tinder e anche in maniera più ampia nel genere maschile nella vita di tutti i giorni.
Spoiler: Chiaramente, siccome quel tipo a posto, romantico, etc… è stato già preso dalla mia amica, sappiate che per voi non c’è speranza.
Chiaramente per par condicio ho attivato anche un account maschile, per vedere come anche le donne abbiano la loro dose di responsabilità rispetto ai comportamenti maschili, ma di questo parleremo nel prossimo post!

giovedì 2 maggio 2013

PRIORITA' MASCHILI

Appurato il fatto che non esistono dietrologie nei comportamenti maschili, per le donne, tutte, dovrebbe diventare estremamente semplice capire chi abbiano di fronte. E invece, capita di sentire amiche o ragazze sconosciute parlare al mare, o figlie, o chiunque altro di genere femminile, arrovellarsi il cervello nel tentativo di scoprire cosa ci sia nel retrocranio maschile.
Niente ragazze, non c’è niente. 
Fate pace con il vostro illimitato desiderio di conoscenza, e canalizzate le vostre energie in scoperte che veramente abbiamo il diritto di essere chiamate tali. Gli uomini sono così, basici, lineari, non commettete l’errore di trasferire la vostra natura contorta su di loro. Quello che fanno è quello che sono.
In tutta la mia lunga vita, non mi è mai capitato (e non parlo solo delle mie relazioni) di conoscere uomini che pianificassero strategie, se non in ambito professionale, mai affettivo. Perché di fatto gli affetti per loro non sono mai un obiettivo ma un mezzo.
Così non affannatevi nel trovare una ragione recondita se lui non vi chiama, perché ce n’è sempre una sola. Non ha voglia di sentirvi. Non vi manda messaggi perchè non ha nulla da dirvi. E poi cazzo anche voi, non è che uno può stare lì a messaggiare tutto il giorno, ci sono cose che necessariamente hanno la priorità. Tanto per cominciare, ma avete idea di quanto tempo ci voglia per leggere tutta la Gazzetta dello Sport? Non sono mica giochi da ragazzi. Poi si passa inevitabilmente alle quotidiane abluzioni mattutine con relativa annessa sonora cagata. E si lo so che oramai per consuetudine comune, il bagno è diventato il luogo da dove l’ispirazione per twitter prende forma. Ma appunto, parliamo di twitter, se uno è ispirato per un tweet non vuol dire che lo sia per un messaggino alla “fidanzata”. Mi rendo conto, sono Vintage, a volte certi termini mi escono così, tipo un rutto, non posso trattenerli! Raddrizziamo il tiro, che fidanzata suona troppo arcaico…meglio, quella che ci esce, che frequenta, con cui si vede, che je da ‘na botta? Boh… fate voi.
A questo punto come minimo dovrà andare a lavorare sto poraccio, che altrimenti se non lavora poi dovete mantenerlo voi. E non volete certo correre un rischio del genere vero?
E’ un attimo e sono le 13,00 il ragazzo smania già, deve nutrirsi,  il pranzo si sa è sacro, e non pretenderete mica che con le mani sporche di cibo tocchi il prolungamento del suo pene…ops scusate volevo dire l’Phone. Ragazzacce!
Dopo il pranzo è risaputo che i riflessi sono rallentati e quindi tra uno sbadiglio e un paio di mail si è fatta ora della palestra/corsetta/nuoto/calcetto/grattatina ai gioielli di famiglia, e guardate che lo fa per voi tutto questo sport, così poi quando gli strofinate le vostre manicciuole piene di dita sugli addominali, avrete la sensazione unica e irripetibile di toccare un ventre scolpito. Dai su, facciamo semi scolpito, non dovete essere fiscali, non è carino! E poi non è nemmeno detto che la palestra la trovino sempre aperta. Se ci tenete tanto a questa tartaruga, cazzo compratevela!
E come per incanto è arrivata sera, e vi rendete conto di quanto cose ha fatto quest’uomo? E tutte senza aiuto, poverino. Un aperitivo a questo punto non è meritato è strameritato, in tutto relax con gli amici, e giù a sparare cazzate goliardiche che nemmeno a cercarlo si trova il tempo per farvi una telefonata. Voi donne siete proprio insensibili, sempre lì pronte a giudicare e a calcolare i tempi della vita degli altri. Voi non lo sapete quanto è dura la vita, quanto è difficile anche solo camminare con un uccello in mezzo alle gambe.
È ora della ritirata, tutti a casina che il letto li aspetta, s’è fatto troppo tardi per chiamare e anche per mandare un messaggio. Eccole lì, vi ho beccato, vi state lamentando, pontificate sul loro disinteresse mentre loro sono sensibili e pieni di riguardo verso il vostro meritato sonno, e non vogliono svegliarvi. Siete delle ingrate.
A parte il fatto che mi sono fatta prendere dall’entusiasmo e nemmeno lo so come ci sono arrivata a questo punto, (ma si sa, quando scrivo perdo sempre un po’ il filo del discorso), il senso di tutto questo è uno solo. Mandateglielo voi un messaggio e smettetela di rodervi il fegato!


mercoledì 20 marzo 2013

5 MOSSE PER SMETTERE DI ESSERE GELOSI

Tranquilli non intendo elargire consigli di vita, ma mi è capitato tra le mani un’articolo sul web, che poi si potrà dire “tra le mani” parlando di internet, boh…ecco che comincio a divagare. Dicevamo, ah si, l’articolo che per decenza non riporterò in formato integrale, ma solo uno stralcio (in corsivo), che mi permetta di commentare quanto questi poveri occhi hanno letto. Scusatemi ma non ho saputo resistere.
Perché diciamocelo, non ci sono regole, ne stratagemmi ne tantomeno 5 mosse per non essere gelosi, e soprattutto, non queste 5 mosse.

1)    “Perché siamo gelosi?”. E chissà perché, forse perché avete un partner che vi cornifica, o forse no, ma a quanto pare, questa è la prima mossa per una perfetta guarigione. Oppure quella per passare alla successiva ed unica regola che ad ogni geloso sembra calzare a pennello. L’omicidio. Quella che eliminando l’oggetto del contendere ti riconsegna alla consueta pace di chi non ha nulla a cui aggrapparsi.
2)    “La gelosia si nutre delle insicurezze personali, cercare di acquisire maggiore consapevolezza di voi stessi e maggiore autostima”. Come se la consapevolezza e l’autostima si vendessero a peso dal droghiere. – Salve, non è che avrebbe un paio di kg di autostima, sa ne faccio una bella scorta, così non devo tornare ogni settimana – Signora è un etto in più che faccio lascio? – L’autostima si costruisce dall’infanzia, se non ce l’hai ti tocca andare in analisi, oppure su twitter, ma ci vogliono comunque anni, forse su twitter qual cosina di meno, ma solo perché ti confronterai con gente che sta molto peggio di te. Questo farà si che tu accresca la tua autostima fondamentalmente senza alcuno sforzo. Circondati di analfabeti e ti sentirai Dante.
3)    “Controllare la gelosia. Dovete semplicemente imparare a controllarvi.” Insomma se vi capita sottomano il cellulare del vostro fidanzato, trovate un diversivo, che so, mettetevi le dita nel naso, canticchiate una canzone di Gigi D’Alessio così vi auto narcotizzate, leggete una delle poesie di Flavia Vento. Ma non buttatevi a capofitto nei messaggi, non sbirciate nelle foto, non scaricate interamente la rubrica, da analizzare poi con tutta tranquillità, nella solitudine della vostra casa. E qualora poi, voi questo autocontrollo non ce l’abbiate proprio, potete acquistarlo insieme alla consapevolezza e all’autostima (vedi punto 2). Chiaramente in dosi maggiori, se le tentazioni vi si ripropongono in maniera continuativa. La verità è che un telefonino buttato lì fa gola un po’ a tutti, soprattutto se ci sono avvisaglie di un tradimento. Fuori chi non ha mai dato una sbirciatina. Beh io per esempio. Ma non è che ne voglia fare un vanto, è che probabilmente sono troppo presa da me stessa per dare peso ai tradimenti altrui, e soprattutto perché scoprire un adulterio ti mette poi nella condizione di dover prendere una posizione che magari, non sei sicuro di voler assumere. Altrimenti se fossi deciso a chiudere una storia,  non avresti necessità di ipotesi di tradimenti per farlo. Quindi il vero consiglio qui lo do ai traditori…non lasciate telefonini in giro!!
4)    “Confidatevi con qualcuno.” Ora ditemi che male vi a fatto ‘sto poveraccio costretto all’ascolto delle vostre elucubrazioni mentali, che diventa il personale rifugium peccatorum ad ogni crollo della vostra autostima. No perché, io vi conosco, voi gelosi cronici, che spingete la vostra fantasia su vette mai valicate, elaborate film su fondamenta inesistenti. Ho sentito amiche farsi pippe mentali per un misero perizoma trovato sotto il letto. E che sarà mai, 3cm quadrati di stoffa e ne fanno un putiferio. Vabbè non era il loro, ma che ne vuoi sapere, magari lo aveva scordato la donna delle pulizie, magari era del tecnico della lavatrice, insomma di versioni del fatto ce ne possono essere svariate. Eppure donne e uomini gelosi, diventano macchinosi, si scatenano in voli pindarici, fino ad esaurirsi e soprattutto ad esaurire voi che li ascoltate. Quando alla fine basterebbe veramente poco per farsi una risata. Magari mettersi il perizoma trovato in testa e aprire la porta a vostro marito, così solo per vedere che faccia fa!
5)    “Fidarsi del partner”. Maddai questo è un consiglione, cavoli e come mai milioni di gelosi, non ci avevano ancora pensato. Che poi mica stanno tutto il giorno a raddrizzare le attaches. E invece questo luminare della penna ci ha voluto regalare la pillola di saggezza del secolo, della quale non potremmo che fare buon uso per il futuro. Scordarcela.

Insomma la verità è che dalla gelosia non si guarisce, puoi imparare a tenerla sotto controllo, a mistificarla, e se sei veramente brava/o qualcuno potrebbe anche crederci che non lo sei, geloso intendo, ma l’unica vera soluzione è “nessuna relazione”, oppure “una relazione con Denny Devito”. E poi se riuscite ad essere gelosi anche di lui, allora vuol dire che siete incurabili, ma a questo punto starete in America, perché lui è lì che vive e quindi tutti i potenziali fidanzati/e italiane saranno salvi.

lunedì 15 ottobre 2012

Quanti follower hai?

Qualche giorno fa la TL di molti si è animata per il recente acquisto di Follower da parte di @Roby0362marini.
Il mio compito oggi è di trasmettervi la mail che lui mi ha inviato e chiesto di pubblicare. Non intendo difenderlo ne accusarlo, semplicemente non credo che in merito ad un evento del genere sia necessario prendere una posizione.
Io sono su Twitter per puro divertimento, sia per regalarlo che per riceverlo, (che poi in fondo è come affronto la vita) non amo entrare in competizione, e sicuramente non per il numero dei follower, le mie energie amo incanalarle su tematiche più rilevanti.
La bellezza di Twitter sta tutta qui, nella libertà di viverlo come si desidera, di scegliere chi seguire, o smettere di seguire, esercitando il proprio diritto a creare una micro comunità nella comunità e nella consapevolezza che l’animo umano, di cui questo strumento è lo specchio, è multiforme, con i suoi picchi di correttezza morale, i suoi errori, le sue mediocrità. E con la certezza che imparare ad accettare il prossimo con le proprie difficoltà e le proprie imprecisioni, è un po' imparare ad accettare se stessi.

A seguire il testo integrale di @roby0632marini con il suo personale commento:

“Due settimane fa ho deciso di comprare dei follower.
Ieri sera ho detto a tutti in TL che lo avevo fatto.
Quando ho cominciato avevo 1000 follower, quando ho finito 28.000, e' evidente che non volevo farlo di nascosto (cosa che peraltro volendo si può fare). Questo per chiarire la mia buona fede.
Qualcuno si e' sentito offeso del mio comportamento e per questo ritengo di dover spiegare le mie scelte. Il rispetto delle persone, anche conosciute virtualmente, e' uno dei valori in cui piu credo ed ovviamente mi spiace di avere offeso delle persone.
Perchè l'ho fatto?
In primo luogo per curiosità. Volevo sapere come funziona, quanto costa e cosa succede quando uno lo fa.
Ricordo a tutti che io tutto con i miei veri nome e cognome e su questo "esperimento" ci ho messo la mia faccia e il mio nome.
Non ho molto di più a questo mondo.
Condivido i risultati.
Tanto se cercate su Google "buy followers twitter" trovate, oltre ai venditori, tantissimi, un interessante e recente articolo del NYT sull'argomento. Consiglio a tutti di leggerlo.
Il prezzo e' tra 5 ctm e 1 ctm per follower, a seconda di quanti se ne comprano. Ad oggi l'acquisto più grande censito e' di 1,5 mill. Followers. Per meno di 5.000 e' difficile trovare venditori.
Questo per i quattrini. Io ho comprato 7000 foll per 100 USD (70€ circa). Me ne sono arrivati, come si vede, molti di più e non so bene perche.
Cosa succede quando crescono i follower.
Aumenta l'interesse verso di te: RT decuplicati, nuovi follower veri, molte interazioni.
Cosa succede quando si dice la verità.
I defollow arrivano soprattutto dalle twitstars che forse si sentono indirettamente colpite da un gioco che smitizza fortemente il valore del numero followers.
Tanti piccoli twitters mi hanno iniziato a seguire, qualcuno mi chiama guru.
Un terzo del totale se ne frega completamente. Reazione che credo la più sana.
Ci sono anche altri motivi per questo esperimento che - ripeto - ho fatto sulla mia pelle e con la mia faccia e senza offendere nessuno.
Io lavoro nel marketing e da molti clienti vengo richiesto di capire come funzionano i cosiddetti new media. Pochi ne sanno davvero e se questo gioco mi aiuterà a mantenere la mia famiglia, solo per questo ne sarà valsa la pena.
Poi mi interessano le dinamiche sociali anche se in questo sono un dilettante.
Twitter e' una comunità sociale come tutte, ha le sue regole per lo più non scritte e trasgredirle implica l'esclusione dalla comunità. Talvolta la creazione di sotto-comunita'.
Ma questo discorso sarebbe troppo lungo.
Alla fine della fiera:
Io credo che su twitter ciascuno vale per quello che scrive,per la qualita, la sicerita, il cuore, l'intelletto, la vita che stanno sempre dietro un tweet.
Twitter non è un'olimpiade dove qualcuno vince qualcosa. I follower, i RT, i FF, valgono quello che valgono.
Io seguo da quando sono entrato in TW tra 800 e 1200 persone. Ogni tanto faccio refresh, chi entra, chi esce, etc.
A me TW serve per ascoltare soprattutto.
Ciascuno di noi ha qualcosa di interessante da comunicare, un'emozione, un dolore,una gioia, una buona cena, un pensiero, un'idea.
Tutto vale.
Comunicare non e' però solo esprimere se stessi ma anche interagire.
Molti contatti di TW sarei curioso di conoscerli anche in analogico, ma probabilmente non succederà mai.
TW e' anche un motore di cambiamento sociale, perche quando le persone comunicano, succede sempre qualcosa di nuovo. In questo senso e' anche responsabilità.
Non volevo offendere nessuno e se lo ho fatto, anche involontariamente, me ne scuso con gli interessati.
Però io credo poco alle "regole di bon ton" come prendere sul serio il numero followers. E questo non lo rinnego.
Tutto questo per chi fosse interessato al mio punto di vista.
Un abbraccio e buona vita, anche analogica, a tutti.
Roberto”

lunedì 30 luglio 2012

Che faccio, la do via come se non fosse la mia?

Mi sono spesso domandata quanto sia  reale la libertà sessuale mostrata da svariate donne. E parlando con alcune di loro, e anche con alcuni uomini (che sono coloro che di tale libertà beneficiano), mi sono fatta un’idea che vorrei condividere con voi.
Avevo pensato di scrivere un articolo distaccato che riportasse esclusivamente i dati emersi dalle mie interviste, ma mi sono resa conto che è impossibile ed essendo la mia posizione, in merito a questo argomento, ben definita, non me la sentivo di restarne completamente distaccata.
La verità, che poi è la mia verità,  è che le donne per quanto emancipate siano, e credetemi dai dati emersi, soprattutto nella fascia più bassa (18-25) sono molto emancipate, mantengono la loro natura, che forse negli anni si sarà anche adattata a costumi più liberi e che non si piegano a falsi moralismi, ma se non in rarissimi casi (nei quali l’alcool gioca un ruolo fondamentale), se una donna ve la da al primo appuntamento, comunque qualcosa da voi domani se l’aspetta. E non raccontiamoci storie, non valgono tutte le promesse della sera prima del tipo:“tranquillo, anche io non voglio legarmi, anche io amo sentirmi libera, ci sentiamo quando ne abbiamo voglia” la donna ha voglia di sentirvi DOMANI, anzi ieri. E quando i giorni passano e non arriva la telefonata attesa, piangono e si disperano e si fanno mille domande, e si mettono in discussione, quando in effetti la risposta che dovrebbero darsi è una sola. Se non vuoi che sia una scopata e basta, non gliela devi dare. Perché “le donne antropologicamente non sono dedite al sesso occasionale, sono troppo elevate spiritualmente per un colpo e via” (cit. D.P. uomo), e l’urgenza di adeguarsi alle esigenze più carnali degli uomini le ha costrette a confrontarsi su terreni sconosciuti. Ma si sa le donne sono maestre nella finzione, e così hanno fatto credere agli uomini (e anche a loro stesse) di avere il pisello, e hanno con certi atteggiamenti anticonformisti, annullato totalmente l’intera usanza del corteggiamento (gli uomini leggano caccia), producendo così un totale disinteresse negli uomini per le tutte le fasi che precedono l’accoppiamento e contraendone i tempi ad un paio di sms. Per gli uomini diretti e concreti, il raggiungimento dell’obiettivo con il minor sforzo e impegno, è indubbiamente una vittoria; che se parliamo di ottimizzazione dei processi, nello specifico, meglio di così non potrebbero. Vengono cassati tutti i passaggi intermedi della supply chain e si salta dalla fase di ricerca, direttamente all’utilizzo finale del prodotto, consegna a domicilio, spese a carico del mittente.
Ma delle emozioni di un corteggiamento non rimane più nulla e questo a discapito principalmente dell’emotività femminile, e forse un po’, spero, anche dell’ego maschile che per natura è cacciatore, e in questa maniera svaluta le sue inclinazioni e il suo istinto di predatore. E’ un po’ come andare a pesca in un laghetto sportivo, pancia sicuramente piena (rutto finale), soddisfazione pari allo zero.
Il guaio di tutto questo poi rimane sempre che gli uomini, per quanto emancipati dicano di essere, a parole e con i fatti, se mai nella loro vita di incontri occasionali dovessero decidere, per un periodo o per sempre, di diventare stanziali, non lo faranno mai a favore di una donna che si è concessa con grande facilità. Questo significa che sono di vedute aperte solo quando si tratta di sollazzare il loro “regale augello”, ma nella realtà sono più ottusi e bacchettoni dei nostri nonni. Perché rimane radicato in loro il principio del possesso e quando puntano gli occhi su qualcosa che li interessa veramente, vogliono essere gli unici proprietari ed averne l’esclusiva.
Ma questo va più che bene, però per una questione di coerenza dovrebbe essere sempre in  un modo o sempre in un altro. Altrimenti siete degli ipocriti opportunisti. Ma qui si aprirebbe una questione legata al personale egoismo dell’essere umano, indipendentemente dal sesso. E così ci ritroviamo con uomini e donne che recitano un ruolo, quello che egoisticamente fa più comodo ad entrambi, ma che irrimediabilmente li lascia sempre più soli.
Perché diciamocelo chiaramente, anche gli uomini che si professano più sinceri e che sin dal primo incontro tendono a mettere le carte in tavola, circa la loro totale necessità di libertà, non la raccontano sempre giusta. Così come è noto che a noi donne è sufficiente mezza parola per buttare le basi una grande storia d’amore. Anche perché in tutta sincerità, se gli uomini fossero totalmente onesti e schietti, e non lasciassero minimamente intravedere uno spiraglio seppur lieve di rapporto, scoperebbero il 60% (il dato è sottodimensionato) in meno di quello che fanno, quindi chiamatela SOPRAVVIVENZA SESSUALE, chiamatela ipocrisia, sappiate che non è proprio così come ve la raccontano! Anche perché è affiorato prepotentemente dalle interviste, che gli uomini sono perfettamente consci della nostra natura, lo sanno che in un modo o nell’altro noi ci coinvolgiamo emotivamente, e che anche quando diciamo che non vogliamo implicazioni emotive in realtà in un angolino recondito del nostro cuore è quello a cui miriamo. Loro lo sanno e fanno finta di niente e si bevono le nostre menzogne di rapporti liberi e senza implicazioni e impegni duraturi, perchè questo è il gioco delle parti.
L’uomo per natura non è monogamo, si sforza di esserlo e spesso con pessimi risultati, ma constatato questo per le donne dovrebbe essere più semplice scegliere cosa fare del proprio corpo e del proprio stato emotivo. Perché in mano si hanno gli elementi per valutare a priori l’evoluzione di quello che si decide di vivere. Pertanto va bene il sesso occasionale se poi non ti ferisce. Va bene il sesso occasionale se sai alzarti dal letto e andartene alle 3 di notte mollandolo tra le lenzuola senza farti risentire per due settimane o forse più,  altrimenti è un errore.
Un dato è certo ed emerge in maniera prepotente, le donne crescendo diventano più consapevoli del loro corpo e scelgono con maturità di concederlo o meno grazie ad una coscienza imposta dalle esperienze di vita. Competenza che non può essere insegnata, ne trasmessa verbalmente, ci si arriva con l’equilibrio e la cognizione di se stessi, e credo che questo sia anche il giusto corso della vita, che ti fornisce gli strumenti adeguati per le scelte future.  
Così non esistono regole che stabiliscano cosa sia giusto o meno fare, ne se ne può certo fare una questione morale, io sono per la libertà di espressione della propria natura, anche in considerazione del fatto che questa è l’unica regola per comprendere cosa fa bene alla nostra vita.
Certo è che non esiste nulla al mondo, gratificante quanto poter essere se stessi, senza doversi conformare a certi standard dettati dalla collettività per essere approvati.  

venerdì 20 luglio 2012

Sono 30 grammi in più, che faccio lascio?


Lo so molti di voi stavano aspettando un altro articolo, ma abbiate pazienza, quello arriverà presto è in fase di elaborazione. Questo post lo avevo in canna già da molto tempo, e quindi come non rendervi partecipi di uno dei momenti più alti delle mie giornate da casalinga?

Ora io non ho ancora ben chiaro se sia in atto una congiura di tutti i salumieri di Roma, contro di me, o se il trattamento che mi viene riservato è anche a vostro appannaggio. Certo è che i salumieri sono una della categorie professionali più incompetenti in cui io mi sia mai imbattuta, o meglio diciamo che tutti quelli ai quali mi rivolgo io devono essere colpiti da un deficit dell’attenzione di proporzioni stratosferiche

Per rendere meglio l’idea di cosa sto parlando, questo è il dialogo tipo che di solito ho quando vado a comprare affettati o formaggi vari, l’ultimo proprio pochi minuti fa.

“Salve bella signora cosa desidera?” faccio notare che mentre il salumiere pronuncia queste parole è piegato a sistemare qualcosa sotto il bancone. Io aspetto che si alzi in piedi, ma quando lui mi ripete, “Cosa desidera?” come dall’oltretomba, io con calma apparente, in quanto già conscia di quello che che mi appresto a vivere nei prossimi 5 minuti, (che poi è quello che accade ogni volta), rispondo “Un etto di prosciutto”, sempre in trepidante attesa di vederlo risorgere da sotto il bancone. E miracolo eccolo, e mentre si alza e si volta verso l’affettatrice, quindi dandomi le spalle, mi chiede di nuovo, “Quale prosciutto”.
Nella mia mente appaiono già le scritte a neon MA MI STA PRENDENDO PER IL CULO? Cazzo sei voltato di schiena, sul bancone ci saranno almeno 20 prosciutti, se non ti giri come cazzo te lo indico? E quindi siccome mi metto sempre in discussione, guardo meglio sullo scaffale se, per caso, fossero stati indicati numeri e lettere come nella battaglia navale per identificare le coordinate necessarie all’individuazione del suino! Niente coordinate e niente battaglia navale come immaginavo. Ma visto che non si volta e continua a pulire quella maledettissima affettatrice, io con voce ferma e descisa: “QUELLO”, e alzo il dito indicando il prosciutto che vorrei, resto un po’ con il braccio alzato e poi…mavaffanculo, lo abbasso, e so che proprio in quell’istante lui si volterà e mi chiederà di nuovo “Allora quale ha detto?”.
Ora probabilmente la pazienza, se fosse la prima volta che accade, non avrei neppure dovuto raccoglierla per farmi forza ed indicarglielo nuovamente, ma capite che sono anni, e salumieri di tutta Roma, e quartieri girati invano alla ricerca di un cazzo di maledettissimo norcino che ti parli guardandoti in faccia e che faccia due semplici cose, ascoltare quello che gli chiedi e dartelo. Quindi dicevamo, munita di tutta la pazienza che mi è stata concessa, indico nuovamente il prosciutto e prodigio al primo colpo anche lui sembra averlo riconosciuto, lo prende lo mette in macchina e comincia ad affettare e tu disperata, cominci a domandarti, ma si ricorderà che gliene ho chiesto un etto? E poi mi sento un verme perché sono sempre  la solita malfidata, in fondo gli ho solo chiesto un etto di prosciutto, come fa ad essersene dimenticato, sono passati solo, quanto 57 secondi? e proprio in quello stesso istante, lui si gira e mi chiede, “Quanto ne faccio?”, mi verrebbe da dirgli “...faccia a piacere”, ma mi rendo conto che il sarcasmo in questo momento non sarebbe di aiuto affatto e mi limito a ripetere “un etto grazie”.
Intanto guardo il prosciutto fetta sopra fetta e ad occhio mi sembrerebbe molto più di un etto, ma forse lo ha tagliato molto fino, (che bravo, nemmeno glielo avevo detto), ecco ha finito, prende la cartata, la spara sulla bilancia e toh, un etto e ottanta grammi, e con uno sguardo sognante si rivolge a me e mi dice “Era un etto e mezzo, vero, mi dispiace sono trenta grammi di più, che faccio lascio?”, che faccio lascio? E cosa vorresti fare riappiccicare 80 grammi di prosciutto a fette sul coscio sano, dimmi mio carissimo ed emerito testa di cazzo! Se ti dico, non no va bene non lasci cosa fai, te li magni tu quegli ottanta grammi, no perché se la tua soglia di attenzione non ti permette di eseguire un comando così semplice, e tutte le tue clienti in un impeto di stronzaggine si rivoltassero contro la tua incompetenza dicendoti “ NO NON LASCI” cosa faresti? Diventeresti l’uomo prosciutto ingozzandoti di tutti i tuoi errori? Ma un giorno prima o poi lo farò e starò lì a vederti lambiccare su cosa fare con quegli ottanta grammi di prosciutto che ora mi vado a mangiare alla faccia tua!


giovedì 5 luglio 2012

Cosa mi metto....(quanti anni hai?)

Il principio è: se pesi come una cinquecento senza sportelli, perché peggiorare la situazione con out-fit che sarebbero azzardati anche su Naomi? Eppure il pudore di certe cinquantenni, sembra un miraggio lontano ed ecco che con i primi caldi, alcune attempate signore, diventano lanciatissime nei vestiti delle loro figlie adolescenti.
Si ripropone così l’annoso dilemma di cosa ci si può mettere superati gli anta. Nello specifico il buongusto la fa da padrone, e aldillà dello stato di decomposizione fisica (non sempre a ridosso dei 50 sono proprio tutte sfasciate) bisogna comunque fare il conto con l’età anagrafica, così la regola generale dovrebbe essere che come aumentano gli anni dovrebbe aumentare anche l’orlo della gonna.
Quindi Signore mie, bandite minigonne, soprattutto se abbinate a degli improbabili tacco 15, peggio ancora se hai le cosce marchiate dalla Fiorucci, il rischio che si corre è di venire preparate per il Cenone di Capodanno insieme alle lenticchie.
Lo stesso vale per inverosimili scollature dalle quali straboccano diecimila euro di mastoplastica additiva. Ho capito che dovete ammortizzarla, ma fidatevi sulla parola, si vedono anche se sono coperte, si vedono almeno 2 minuti prima che arriviate voi stesse!
Chiaramente il discorso è lo stesso anche se siete un giunco filiforme, il troppo stroppia anche su una ventenne. E un filino di buongusto è richiesto sempre.
E poi un po’ di rispetto anche per chi questi spettacoli indecenti deve sorbirserli quotidianamente, magari in ufficio. Dove per forza di cose quando vi siederete la minigonna diventerà la vostra cintura più alta, e quelli che, disgraziatamente si troveranno presenti, dovranno accettare mestamente un incontro ravvicinato con la vostra biancheria intima.
Insomma assodato che non siete Candice Swanepoel (Victoria’s Secret model), deponete le armi, preparate qualche piatto di fettuccine in più e godetevelo con la vostra famiglia. Per il vostro bene e anche di quelli che vi guardano!